Hugh Hefner

Oggi, a 91 anni è morto Hugh Hefner.

Perché trattare la morte di Hugh Hefner in un blog dedicato alla comunicazione? Perché parlare di donne nude invece che di comunicazione? Semplice, perché Hugh Hefner non è solo conigliette e una rivista dal taglio liberal, ma è anche un successo mondiale, è comunicazione ed è anche un logo che merita essere analizzato.

Playboy

Playboy è sinonimo di Hugh Hefner e Hugh Hefner è sinonimo di Playboy. Ma cosa è Playboy? Wikipedia la definisce: “una celebre rivista erotica rivolta al pubblico maschile, fondata nel 1953 a Chicago da Hugh Hefner e diffusa in tutto il mondo, sia nella versione originale sia in edizioni locali.” Se però prendiamo in considerazione il primo logo di Playboy salta all’occhio una cosa evidente non ci sono riferimenti alle immagini di nudo che hanno reso celebre la rivista. Ci mancherebbe altro, direte voi. Certo, però dall’immagine si possono rilevare molte altre cose: il celebre coniglietto, un calice di (apparentemente) champagne, dei trofei e degli oggetti di design. Si, perché oltre che nudi, Playboy propone articoli dedicati a “cose fighe” e interviste. Dal 1962 Playboy propone anche le sue celebri interviste, interviste a personaggi del calibro di: John LennonFidel CastroGabriel García MárquezMalcolm XSalvador DalíMartin Luther King Jr. Interviste lunghe anche 10 ore e celebri per il loro approfondimento.Nel 1969, con la nascita della più esplicita rivista Penthouse e poi di altre riviste pornografiche in senso stretto Playboy ha saputo reinventarsi come rivista “di lusso” per uomini adulti di un certo livello culturale e sociale.

Quindi Playboy ha a che fare con la comunicazione?

Difficile da dire, io lo cito parlando di loghi, perché la differenza tra il logo originale e il coniglietto che tutti conosciamo è troppo evidente e, sebbene sia anch’esso del 1953 e, anche oggi, incredibilmente contemporaneo. Certo è che il fatto che sia vietata la vendita di Playboy in molti paesi del mondo e che sia conosciuto solo come rivista pornografica è quasi un peccato per una realtà che ha, sicuramente fatto la Storia, quella con la S maiuscola. Una rivista nella quale sono presenti interviste a uomini e donne di successo, personaggi che compaiono anche sui libri di storia.

Quindi da comunicatore è questo il mio pensiero: Hugh Hefner ha indubbiamente vissuto la sua vita al limite (o oltre), ha creato un impero anche se, sfortunatamente, di quello che ha fatto si ricorderanno solo le conigliette (e questo, comunicativamente, è un problema), ma io voglio ricordarlo come un uomo che, oltre a numerose copertine sulla sua rivista, meriterebbe di essere ricordato nella storia come gli uomini che ha intervistato. Perché Hugh ha fatto la storia del lusso, ha dettato le tendenze e ha potuto fare la fortuna non solo delle conigliette, ma anche dei prodotti presenti nella sua rivista. E, quindi, se anche non ho mai avuto il coraggio di comprare Playboy, perché non sono “uno di quegli uomini” ho sempre saputo che Playboy è anche altro e mi piacerebbe fosse chiaro a tutti (anche solo per criticarlo meglio).

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