Se vogliamo una definizione di leadeship, ovviamente, può aiutarci Wikipedia. La definizione che ci da l’enciclopedia libera è fin troppo esaustiva, se vogliamo una definizione meno complessa basta, come sempre, scrivere su google “Leadership” per ottenere una ottima definizione:

In rete vi sono numerose definizioni di leadership che compaiono regolarmente nelle bacheche dei nostri social network. Quasi in tutte il leader è identificato come colui che da l’esempio, spesso faticando più degli altri. Indubbiamente nobile come comportamento, ma se non fosse così? Se la fatica non dovesse necessariamente essere la principale qualità del leader? Proviamo a fare chiarezza.

La leadership faticosa

In questa categoria voglio identificare proprio quel leader da pagina facebook. Il meme con gli schiavi che trainano il blocco di pietra e il boss sopra a frustarli poi sostituito dal leader che tira in prima fila è piuttosto famoso, ma, mi domando, se il leader non fosse forte come gli altri? Se, piuttosto, fosse gracile, poco incline al lavoro fisico e finisse per risultare un impedimento al lavoro altrui? Questa ipotesi non è da scartare. Sarebbe comunque un leader? Probabilmente no, sarebbe un intralcio, sarebbe deriso. Presumibilmente farebbe bene a stare in disparte, non a urlare con la frusta, ma a svolgere altre mansioni utili. Anche il solo stare assieme ai suoi uomini sotto il sole cocente invece che al fresco in un ufficio potrebbe fare di lui un leader. Magari potrebbe limitarsi a pranzare con il gruppo facendo avvertire la sua presenza senza, però, ostacolare il lavoro altrui. Anche ammettere di non sapere una cosa fa di una persona un leader.

La leadership motivata

Certo, un leader è sempre tale per un motivo: anzianità, esperienza, soldi, capacità… Ma se ci trovassimo nella situazione di non poter spiccare sugli altri? In questo caso vengono in nostro soccorso gli Avengers. Nel primo film della saga, quando tutto sembra perduto e gli eroi stanno per abbandonare ogni speranza è il Direttore Fury che si erge a leader e sfruttando la morte dell’Agente Coulson ricompatta il gruppo. È lui il leader indiscusso dei Vendicatori, seppure nella sua fortezza volante, controlla il gruppo e il gruppo riconosce la sua autorità.

Un altro metodo, rischioso, è quello di motivare il gruppo non con nobili pensieri, ma dando a tutti un obiettivo negativo comune. Nella mia vita mi è capitato di dover risultare necessariamente antipatico al fine di ricompattare il gruppo. Un avversario comune unisce un gruppo. Questo sistema è, però, molto rischioso. Si rischia, infatti, di non poter più godere della simpatia del gruppo stesso.

La leadership come me la hanno insegnata

Categories:

Tags:

Comments are closed